La società leader nella consulenza ambientale ha presentato, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, la versione italiana del report sul settore cosmetico: numeri, approfondimenti e case studies per tracciare la strada verso una maggiore sostenibilità del comparto della bellezza.
Quantis, società leader per la consulenza ambientale, ha presentato oggi in anteprima per il mercato italiano il proprio Report “Make up the Future – Leve di cambiamento per un business della cosmetica sostenibile” all’interno del webinar “Green Deal Europeo e le sfide della sostenibilità ambientale nel settore cosmetico”, organizzato da Cosmetica Italia per i propri associati e con la partecipazione di L’Oreal Italia.
Il report, attraverso dati, approfondimenti e case studies, fotografa il settore cosmetico fornendo la prima stima dell’impronta ambientale dell’industria della bellezza e mappando le priorità principali e le azioni basate sulla scienza che i brand sono chiamati ad attivare per diventare davvero sostenibili.
Secondo i dati di Quantis, il settore cosmetico – che dovrebbe raggiungere un valore stimato di 863 miliardi di dollari nel 2024 – impatta sul pianeta con emissioni globali di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%. La ricerca di Quantis evidenzia le aree della catena del valore in cui soluzioni innovative e science-based possono fare la differenza in termini di decarbonizzazione: i dati ci dicono che i passaggi che impattano di più sul pianeta sono l’estrazione delle materie prime con il 10% delle emissioni del settore, il packaging con il 20%, fino al trasporto col 10% e la fase d’uso del prodotto che impatta per ben il 40%. Dalla lettura dei dati emerge un prerequisito indispensabile: avere più dati, e di qualità, per individuare i punti “critici” della filiera, e da quelli partire per definire obiettivi e azioni sistemiche che capitalizzino le esperienze positive delle aziende, oggi ancora troppo frammentate. Ciò che si può misurare, infatti, si può gestire.
Ma quali sono i principali fattori capaci di influenzare le scelte dei consumatori a livello globale? La ricerca Quantis fotografa una base di consumatori attenti, che acquista e utilizza i prodotti responsabilmente: il 78% dei consumatori intervistati infatti ricerca un packaging plastic-free, mentre il 76% desidera acquistare prodotti sostenibili o ottenuti da fonti rinnovabili e il 76% opta per packaging ricaricabili e riutilizzabili. Il 69% è influenzato dalla riduzione di carbonio mentre il 65% si informa e preoccupa della riduzione dell’impronta idrica.
Il prodotto resta un nodo centrale: dai dati possiamo evincere che per creare prodotti con solide performance ambientali, la sostenibilità̀ deve entrare in ogni fase del suo ciclo di vita, dalla formulazione al fine vita passando per la distribuzione, prestando attenzione ad alcuni miti da sfatare, come quello dell’utilizzo di “ingredienti naturali” che possono, talvolta, avere un impatto più elevato in termini di emissioni, uso del suolo e acqua. In alcuni casi, i materiali sintetici possono offrire un’alternativa con minore impatto, senza compromettere la qualità.
L’approccio data-driven è fondamentale anche a livello corporate: alle aziende Quantis suggerisce di procedere misurando l’impatto ambientale dell’intera catena del valore, definendo obiettivi di mitigazione allineati alla scienza e roadmap solide per il raggiungimento di tali obiettivi, assicurandosi che le strategie di sostenibilità̀ siano integrate in tutti i processi aziendali e monitorandone i progressi. Un approccio scientifico alla sostenibilità si traduce anche in trasparenza, alla base della fiducia dei consumatori, che sempre più applicano alla cosmetica la logica che usano per gli alimenti: se gli ingredienti non sono riconoscibili e i loro impatti chiari, probabilmente preferiranno altri prodotti.
Altro aspetto essenziale è il packaging, che rappresenta una quota significativa dell’impronta ecologica del prodotto (20% delle emissioni): gli aspetti di cui tener conto sono quelli legati a soluzioni di riutilizzo e refill, con attenzione alla riciclabilità, la semplificazione del design per ridurre componenti e materiali, considerare i processi di finitura, che nel caso della metallizzazione hanno un impatto elevato. Senza dimenticare le fasi della distribuzione, dall’utilizzo sempre più diffuso dell’e-commerce e all’allestimento del punto di vendita, dove occorre andare oltre all’efficienza energetica in ottica eco-design. Anche nella fase d’uso ci sono ampi margini di miglioramento, ad esempio utilizzando contenitori che rendano più facile l’utilizzo di tutto il prodotto.
L’impatto della fase di utilizzo può variare anche a seconda delle caratteristiche energetiche e idriche dell’area in cui il prodotto viene utilizzato: il report analizza le differenze di alcuni paesi (Colombia e Emirati Arabi) sul tipo di energia utilizzata e sulla disponibilità di acqua del Paese. La comparazione tra i due utilizzi fa emergere una maggiore emissione di gas serra negli Emirati Arabi, dove l’energia non rinnovabile utilizzata per riscaldare l’acqua necessaria per l’uso del prodotto genera tre volte più emissioni rispetto al mix di energia rinnovabile della Colombia. Il consumo di acqua, che considera quella utilizzata nella doccia e nei processi di raffreddamento delle centrali elettriche, gravato dalla scarsità idrica, è cinque volte superiore negli Emirati Arabi.
Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia, commenta così il report: “Abbiamo deciso di elaborare uno studio che approfondisse, a partire da solide basi scientifiche, un settore produttivo chiave, il cui impatto è percepito con forza nella vita dei consumatori. Se fino a pochi anni fa la sostenibilità era un obiettivo perseguito da più attori ma in modo talvolta discontinuo, oggi è e una strada maestra nelle agende di organizzazioni sovranazionali, Governi e nelle politiche industriali. Il lancio del Green Deal Europeo ha infatti come scopo principale il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ma non solo: protezione della biodiversità, tutela delle risorse idriche e circolarità sono altri fra i pilastri di un piano d’azione che avrà sempre più impatto sui cittadini europei ed eserciterà crescenti pressioni sul business. Il nostro obiettivo è tracciare la strada verso una vera sostenibilità grazie all’educazione di tutti gli attori a buone pratiche che partono dalla quantificazione, dall’analisi dei dati, e da un reale cambio di rotta di cui tutta la filiera e tutti gli stakeholder sono parte attiva.”