Ora i consumatori prestano più attenzione allo stress che all’immunità…
La ricerca di Lumina sulle ricerche sui probiotici online rivela un dato sorprendente: l’immunità non è più l’area maggiormente ricercata dai consumatori online. In effetti, i volumi di ricerca di questo termine con riferimento al microbioma sono diminuiti del 31% tra maggio 2020 e maggio 2021. L’attenzione si è piuttosto concentrata sul se e come, i prebiotici e i probiotici potrebbero aiutare ad affrontare i problemi legati allo stress amplificati dalla pandemia, come ansia, IBS e problemi di peso. In questo articolo, esaminiamo l’impatto di questo cambiamento sulle tendenze del mercato dei probiotici e daremo uno sguardo alle informazioni che i consumatori cercano nelle loro ricerche.
La pandemia ha aggravato i sintomi correlati allo stress
La pandemia continua a mettere a dura prova la salute mentale delle persone. Un recente studio del CDC ha rilevato che la percentuale di adulti statunitensi che soffrono di ansia e depressione è passata dal 36,4% al 41,5% nel periodo da agosto 2020 a febbraio 2021. Vi è persino una condizione identificata come sindrome da stress da Covid-19, una forma grave di disturbo dell’adattamento dovuto alla pandemia, in cui i malati sono oggetto di vere e proprie inabilità dovute alla paura di contrarre l’infezione.
Casi così gravi possono essere rari, ma è ragionevole presumere che, nell’ultimo anno e mezzo, la maggior parte delle persone ha sperimentato almeno occasionali casi di disagio mentale o fisico innescati dallo scombussolamento delle routine quotidiane, dall’ incertezza socioeconomica, dall’isolamento, dalle nuove modalità di scuola e lavoro a distanza, oppure ancora dalla noia e dalla frustrazione.
Lo stress accentua problemi digestivi, di salute mentale e anche di peso
Guardando al quadro più ampio ed esaminando il periodo che va da maggio 2019 a maggio 2021, le informazioni di Lumina sulla ricerca online del microbioma rivelano che la gestione del peso, l’IBS e la stitichezza, che hanno tutti forti legami con livelli di stress eccessivi, erano in testa in termini di volumi medi di ricerca mensili. Negli ultimi 12 mesi, oltre alla gestione del peso, problematiche come la diarrea (un altro sintomo comune di IBS) e l’asse intestino-cervello sono emerse come le più dinamiche.
Nell’ambito delle ricerche relative all’asse intestino-cervello, i termini “ansia” e “depressione” costituiscono i fattori chiave. Fra le raccomandazioni sui prodotti, le frasi “miglior probiotico per l’ansia” e “miglior probiotico per la depressione” sono le più frequentemente inserite e questo indica che i consumatori cercano raccomandazioni specifiche su prodotti o ceppi/specie specifici, piuttosto che concentrarsi sui marchi.
In termini di tasso di crescita del volume di ricerca, le ricerche relative al termine “digestione” nel contesto del microbioma sono aumentate dell’80% negli ultimi 24 mesi, anche se da una base bassa. Questo è da sottolineare, poiché queste ricerche sono generalmente effettuate da nuovi consumatori che desiderano conoscere l’efficacia dei probiotici sulla digestione in genere, senza specificare alcun sintomo particolare. Ciò contrasta con i consumatori che desiderano informazioni su condizioni di salute croniche come IBS e costipazione (che può anche essere un sintomo di IBS).
La frase “i probiotici aiutano la digestione” è di gran lunga la più comunemente inserita nel motore di ricerca, seguita da “in che modo i probiotici aiutano la digestione” e ciò indica che i consumatori si mostrano sempre più curiosi nei confronti della scienza e della funzionalità dei probiotici.
Un numero crescente di consumatori desidera ricevere informazioni da altri consumatori che hanno già provato i probiotici. Vogliono avere insomma “prove” rassicuranti, anche se aneddotiche, prima di impegnarsi all’acquisto. Ad esempio, la frase “i probiotici hanno curato la mia ansia” ha registrato un’incredibile crescita del 414% anno su anno (aprile 2020-aprile 2021). Piattaforme come Reddit, in cui le persone possono discutere di argomenti delicati come la salute mentale in modo anonimo, svolgono qui un ruolo importante.
Annoiati, stressati e chiusi in casa: la ricetta perfetta per prendere peso
Un articolo pubblicato questo mese dall’American Psychological Association rivela che il 42% degli adulti statunitensi ha accumulato peso extra durante la pandemia, riportando un aumento medio di 29 libbre, che non è proprio un dato banale. Altrove, l’Institute of Fiscal Studies con sede a Londra ha recentemente riferito che il 90% delle famiglie del Regno Unito ha aumentato l’assunzione di calorie totali nel 2020. Tenendo conto del confinamento in casa e della chiusura diffusa di palestre e impianti sportivi per periodi di tempo considerevoli, è altamente improbabile che l’energia extra consumata venga bruciata.
Come già sottolineato, la gestione del peso, nonostante sia una questione ormai matura, sta vivendo un notevole dinamismo, con una media di 55.000 ricerche mensili in lingua inglese tra aprile 2020 e aprile 2021. “Migliori probiotici per la perdita di peso” è stata la frase più cercata, mentre “la migliore marca di probiotici per la perdita di peso”, al contrario, è diminuita del 71%, a conferma della nostra osservazione che i consumatori stavano diventando meno interessati ai nomi dei marchi e si affidavano maggiormente alle raccomandazioni sull’efficacia di ceppi/specie per adottare decisioni di acquisto.
Dare ai consumatori ciò che essi desiderano
Quali sono quindi le implicazioni di questi risultati per coloro che operano nel mercato dei probiotici? Prima di tutto, occorre disporre di sistemi che rendano possibile la condivisione di recensioni fra i consumatori. In effetti, la creazione di sistemi automatizzati che sollecitano attivamente il feedback dei clienti, idealmente anche in risposta diretta alle domande degli aspiranti acquirenti, è molto utile per placare il crescente appetito di testimonianze dei consumatori.
Le testimonianze di altri consumatori, tuttavia, possono arrivare solo fino a un certo punto. Il termine “come”, che, come sottolineato, è uno dei driver dietro le ricerche sui probiotici nell’ambito della digestione, dimostra che i consumatori non si accontentano di semplici risposte sì o no, ma vogliono capire cosa succede effettivamente ai probiotici e ai prebiotici nel corpo. Questo è qualcosa a cui produttori e brand, sempre impegnati nella ricerca e nello sviluppo di prodotti con caratteristiche e benefici specifici, possono rispondere al meglio.
Fornire un accesso aperto ai documenti di ricerca originali alla base dell’efficacia dei loro prodotti è sicuramente qualcosa che dovrebbe diventare una pratica standard, ma c’è anche la necessità di presentare le informazioni in modo gradevole a un pubblico laico, privo di un background scientifico.
Riassunti comprensibili che trovino il giusto equilibrio tra fornire dettagli sufficienti senza sopraffare il lettore con complessità tecniche, idealmente accompagnati da informazioni in formato pittorico, potrebbero dunque fare molto per trasformare la curiosità del consumatore in intenzione di acquisto.