3 febbraio 2022 – Comunicato stampa Federalimentare
Dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030, questa è la priorità fissata a livello comunitario, sulla quale anche la filiera agroalimentare italiana sta intensificando i propri sforzi. In Italia, le eccedenze alimentari riguardano 6 milioni di tonnellate all’anno, equivalenti a circa 1/6 dei consumi, per un valore di 13 miliardi di euro, il 92,5% delle quali diventa spreco alimentare.
L’industria alimentare. Azioni concrete, come la scelta di packaging più evoluti per preservare la qualità degli alimenti più a lungo, ma anche azioni di sensibilizzazione verso gli attori della filiera agroalimentare sui temi della riduzione degli sprechi. Queste le due strade che l’industria alimentare ha messo in campo per ridurre il fenomeno. Già, perché la grande sfida – dicono da Federalimentare, la federazione confindustriale che rappresenta il food&beverage italiano “è prevenire lo spreco ancor prima che si realizzi”. Azioni come il riporzionamento degli alimenti in linea con nuovi stili di vita e abitudini di consumo, l’utilizzo di packaging più evoluti per preservare più a lungo sicurezza e qualità degli alimenti e garantire l’estensione della shelf-life, l’ideazione di prodotti ad alto servizio aggiunto che minimizzino le manipolazioni domestiche e le occasioni di spreco vanno proprio in questa direzione, come anche la promozione di informazioni sempre più accurate per la corretta preparazione degli alimenti e la loro conservazione a livello domestico.
Vademecum per il consumatore. Ma quali sono i consigli che l’industria alimentare può dare al consumatore per far sì che sprechi il meno possibile?
La spesa. La lotta contro lo spreco alimentare inizia dal carrello della spesa. Eh già, perché è meglio entrare al supermercato con le idee ben chiare, anzi, ben scritte: fare una lista della spesa, quindi, è necessario per evitare di comprare cose inutili o doppioni. Anche meglio fare un menù che sia giornaliero o settimanale: prenderemo solo ciò che ci serve e al tempo stesso risparmieremo.
L’etichetta. “Leggere attentamente le istruzioni”, soprattutto se parliamo di cibo. C’è differenza tra “da consumare preferibilmente entro il…” e “da consumare entro…”: nel primo caso si tratta di una indicazione sulla qualità e, superata quella data, il prodotto si può ancora mangiare, nel secondo caso, invece, no.
Il frigorifero. Il metodo Marie Kondo dovrebbe valere soprattutto in frigo. L’ordine, infatti, è fondamentale per combattere lo spreco: gli alimenti con la data di scadenza più lontana vanno dietro, mentre quelli con la data di scadenza più vicina vanno davanti. Non solo: è importante mettere ogni cosa al suo posto. Frutta e verdura vanno nei cassetti, pesce e carne cruda al primo piano, carne cotta al secondo e affettati e formaggi nel ripiano più alto. La temperatura giusta? È a 4 gradi.
Il congelatore. Il congelatore è un valido alleato contro lo spreco: se siamo soliti comprare prodotti confezionati e spesso ci accorgiamo che siamo pericolosamente vicini alla data di scadenza, possiamo agire d’anticipo conservando alcuni di questi in freezer dopo averli acquistati. In questo modo, allungheremo la loro vita e potremo utilizzarli fino a tre mesi dopo la data di scadenza per preparare piatti da cuocere, avendo l’accortezza di farli scongelare in frigorifero per un’intera notte. In generale, è sempre importante riportare la data del congelamento di un prodotto e consumarlo poi entro le 24 ore dallo scongelamento.
La dispensa. In dispensa vanno tutti gli alimenti a lunga conservazione, anche quando già aperti. Capita a volte che le “farfalline da farina” si annidino nelle confezioni aperte dei nostri cibi, rendendoli di fatto da buttare. C’è un rimedio? Basta conservare i prodotti alimentari in contenitori rigidi in vetro e tenere la dispensa pulita.
Tutto si trasforma. Questa legge vale anche in cucina. Gli scarti che a volte produciamo mentre cuciniamo non devono essere buttati, ma possono essere riutilizzati per un’altra ricetta. Tra l’altro, ormai internet è pieno di “ricette zero spreco” da cui prendere spunto. Un esempio su tutti: per evitare di buttare il pane una soluzione è acquistarlo appena uscito dal forno e poi affettarlo e congelarlo in freezer. Se per qualche motivo ce ne dimentichiamo e il pane diventa duro, niente paura: possiamo farne del pangrattato per un’altra ricetta.
Batch cooking e altri inglesismi. Batch cooking e family bag: non solo parole inglesi diventate familiari anche da noi ma soprattutto modi virtuosi a cui approcciarsi. Il batch cooking, ad esempio, consiste nel cucinare una sola volta alla settimana, preparando tutto ciò di cui c’è bisogno per i giorni successivi. In realtà questa è un’usanza antica che nel tempo è andata perduta ma che permette di sprecare il meno possibile. E si può essere virtuosi anche quando si mangia fuori casa: basta chiedere la family bag quando qualcosa che stiamo mangiando non ci va più. Riscaldata, anche il giorno dopo a casa, sarà buonissima.