Foto di Faran Raufi su Unsplash
I dolcificanti artificiali sono sostituti dello zucchero ampiamente utilizzati, ma si sa poco dei loro effetti a lungo termine sui rischi di malattie cardiometaboliche. L’eritritolo, un polialcol ottenuto dalla fermentazione del mais che grazie alle sue caratteristiche (non viene digerito e quindi ha effetti quasi nulli sulla glicemia e pochissime calorie) si è molto diffuso negli ultimi anni, potrebbe essere associato a un aumento non irrilevante del rischio di infarto e ictus, a dosi del tutto normali.
Uno studio pubblicato su Nature Medicine ha esaminato l’eritritolo in associazione al rischio di malattia aterotrombotica. Nel primo studio di metabolomica, il rischio cardiaco è stato valutato in una coorte di 1.157 pazienti (NCT00590200), evidenziando che i livelli circolanti di più edulcoranti polioli, tra cui spicca l’eritritolo, erano associati al rischio di incidenza (3 anni) di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE; morte o infarto miocardico non fatale o ictus). Successive analisi metabolomiche mirate in coorti di validazione indipendenti statunitensi (n = 2.149, NCT00590200) ed europee (n = 833, DRKS00020915) di pazienti stabili sottoposti a valutazione cardiaca hanno confermato questa associazione. A livelli fisiologici, l’eritritolo aumentava la reattività piastrinica in vitro e la formazione di trombi in vivo. Infine, in uno studio pilota prospettico (NCT04731363), si è rilevato che l’ingestione di eritritolo in volontari sani (n = 8) induceva un aumento marcato e sostenuto dei livelli plasmatici di eritritolo, ben al di sopra delle soglie associate a un aumento della reattività piastrinica e del potenziale di trombosi negli studi in vitro e in vivo. I risultati dello studio rivelano che l’eritritolo potrebbe essere associato al rischio di MACE e favorire la trombosi.
Tuttavia, la pubblicazione ha suscitato però anche qualche perplessità, perché i risultati potrebbero presentare alcune distorsioni e andrebbero dunque confermati, prima di esprimere qualunque giudizio. Verso la fine dell’articolo sono gli stessi autori dello studio ad affermare che sono necessari studi che indaghino specificamente sull’impatto dell’eritritolo e dei dolcificanti artificiali in generale, con un’adeguata durata del follow-up per risultati clinicamente rilevanti.