https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37376205/
Il biofilm batterico è uno dei principali responsabili della persistenza dell’infezione e della limitata efficacia degli antibiotici. Il biofilm è uno stato fisiologico dove comunità microbiche pluricellulari sono incorporate in una matrice polimerica extracellulare e che permette ai microorganismi, inclusi quelli patogeni, di tollerare condizioni stressanti legate per esempio alla scarsità di nutrienti, a fenomeni ossidativi, alle difese dell’ospite o alla presenza di antimicrobici come gli antibiotici. Proprio per questa loro resilienza, i biofilm patogeni sono un fattore importante della persistenza di infezioni sia fungine, come la candidosi, che batteriche, come la febbre tifoide e la diarrea emorragica.
Le molecole anti-biofilm che interferiscono con il biofilm offrono uno strumento prezioso per combattere i patogeni batterici. L’acido ellagico (EA) è un polifenolo naturale presente in molta frutta (noci, frutti di bosco, lamponi, uva, melagrana, pistacchi e anacardi) e verdura che ha dimostrato interessanti proprietà antibiofilmiche. Tuttavia, la sua precisa modalità d’azione antibiofilmica rimane sconosciuta. Prove sperimentali collegano l’enzima NADH:chinone ossidoreduttasi WrbA alla formazione del biofilm, alla risposta allo stress e alla virulenza dei patogeni. Inoltre, WrbA ha dimostrato interazioni con molecole antibiofile, suggerendo il suo ruolo nella modulazione redox e del biofilm.
Una ricerca, coordinata dall’Università degli studi di Milano, in collaborazione con l’Institute for Research in Biomedicine di Bellinzona e recentemente pubblicata su Pharmaceutics mira a fornire approfondimenti meccanici sulla modalità d’azione antibiofilm dell’acido ellagico utilizzando studi computazionali, misure biofisiche, studi di inibizione enzimatica su WrbA e saggi di biofilm e specie reattive dell’ossigeno sfruttando un ceppo mutante di Escherichia coli privato di WrbA. I ricercatori hanno dimostrato che la modalità d’azione antibiofilmica dell’acido ellagico possa derivare dalla sua capacità di perturbare l’omeostasi redox batterica guidata da WrbA.
Questi risultati gettano nuova luce sulle proprietà antibiofilmiche di questo composto e potrebbero portare allo sviluppo di nuove strategie di lotta contro biofilm microbici patogeni attraverso l’utilizzo potenziale dell’acido ellagico e di nuove molecole naturali calibrate sul nuovo bersaglio proteico, con l’obiettivo di una mitigazione della proliferazione di batteri resistenti agli antibiotici.