Con l’aumento dell’aspettativa di vita si presenta la problematica del trattamento dei disturbi legati all’età, come l’osteoporosi. Attualmente esistono farmaci efficaci per la cura di questa malattia metabolica delle ossa, ma sono costosi e presentano effetti collaterali che ne limitano la disponibilità. Nel tentativo di trovare candidati farmaci alternativi, un gruppo di ricercatori, come riportato su ACS Central Science, ha scoperto e riprodotto interamente un composto proveniente da una fonte botanica, il ginseng femminile, con una potente attività anti-osteoporotica nei test cellulari.
Secondo la International Osteoporosis Foundation, l’osteoporosi e la ridotta massa ossea colpiscono 54 milioni di adulti americani di età superiore ai 50 anni. La malattia può portare a disabilità significative, come fratture dell’anca e della colonna vertebrale, e a conseguenze economiche, come la perdita del reddito e il ricovero in ospedale. Diversi farmaci si sono dimostrati efficaci nel prevenire la perdita di massa ossea o nel promuoverne la formazione, ma ognuno di essi presenta potenziali effetti collaterali, tra cui lesioni alle ossa della mascella e delle gambe. Alla ricerca di trattamenti alternativi, Hao Gao, Xin-Luan Wang e colleghi si sono concentrati sul ginseng femminile (Angelica sinensis), da tempo utilizzato nella medicina tradizionale cinese per l’osteoporosi.
I ricercatori hanno effettuato un’estrazione chimica dalla pianta medicinale e hanno identificato due nuovi composti, chiamati falcarinftalide A e B, strutturalmente diversi da quelli scoperti in precedenza nel ginseng femminile.
Sono stati individuati anche i potenziali precursori biosintetici e le vie metaboliche che le piante utilizzano per formare questi composti. Poi, con questi elementi di partenza, il team ha ideato metodi di sintesi in laboratorio e ha realizzato i composti in quantità sufficienti per i test biologici. Ispirandosi alla tradizionale efficacia del ginseng femminile, il team ha testato i composti per verificarne l’impatto sulla formazione di cellule chiamate osteoclasti, che facilitano la perdita di massa ossea. I risultati hanno dimostrato che solo il falcarinftalide A e i suoi precursori erano in grado di inibire gli osteoclasti e di avere un effetto anti-osteoporotico. Ulteriori analisi hanno evidenziato che il falcarinftalide A bloccava le vie molecolari chiave coinvolte nella generazione degli osteoclasti. Questo studio apre la possibilità per nuovi trattamenti dell’osteoporosi basati sul composto del ginseng femminile, sia nella sua forma attuale sia come modello strutturale per lo sviluppo di ulteriori farmaci.