Lisci, schiumosi, resistenti all’acqua. Queste caratteristiche sono estremamente desiderabili nei prodotti di bellezza, ma per ottenerle i produttori a volte utilizzano ingredienti che contengono fluoro, tra cui sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) potenzialmente dannose. Una recente pubblicazione su ACS Environmental Science & Technology dimostra infatti che alcuni cosmetici e prodotti per la cura personale etichettati come contenenti componenti fluorurati contengono anche PFAS, indipendentemente dal fatto che queste sostanze chimiche siano o meno elencate tra gli ingredienti.
Sebbene i PFAS più critici non siano più utilizzati in molti prodotti di bellezza, in alcuni casi sono stati sostituiti con altre classi di PFAS che hanno un impatto sconosciuto sulla salute e sull’ambiente. Un recente studio ha rilevato che numerosi cosmetici negli Stati Uniti e in Canada contengono ancora queste sostanze. Tuttavia, non è chiaro se questi composti siano presenti nei prodotti per la cura personale, come creme, detergenti, shampoo e creme da barba. Amy Rand e colleghi hanno quindi voluto esaminare una serie di prodotti di bellezza che elencano componenti fluorurati nelle loro formulazioni per verificare la presenza di PFAS. Nel 2020 e 2021, il team ha acquistato 38 prodotti di bellezza nei negozi locali in Canada e online che contenevano composti organofluorurati e li ha analizzati per verificare la presenza di vecchi tipi di PFAS. Tutti i campioni presentavano livelli misurabili di PFAS, ma alcuni dei composti rilevati non erano elencati tra gli ingredienti dei prodotti. I livelli riscontrati nei prodotti per la cura della persona erano generalmente inferiori a quelli dei cosmetici. Il gruppo di ricerca ha individuato due fondotinta, etichettati con termini simili a “water-proof,” che presentavano livelli elevati di PFAS totali, uno dei quali aveva migliaia di parti per milione (ppm), un livello che supera le normative canadesi sui PFAS. In seguito, i ricercatori hanno preso in considerazione un sottoinsieme di articoli acquistati e li hanno analizzati per oltre 200 PFAS aggiuntivi, comprese le classi emergenti che stanno sostituendo i composti tradizionali. Una di queste – gli acidi carbossilici perfluoroalchilici monoidrogeno sostituiti – è stata trovata nel 30% del sottoinsieme, con quantità da meno di un ppb a centinaia di ppb. Durante l’analisi è stata trovata anche una serie di PFAS strutturalmente diversi che non sembrano essere correlati ai PFAS originariamente aggiunti ai prodotti, il che, secondo i ricercatori, potrebbe essere il risultato dell’invecchiamento dei prodotti o della contaminazione da impurità nelle materie prime. Questi risultati mostrano la varietà dei composti PFAS e l’ampia gamma delle loro quantità presenti in alcuni cosmetici e prodotti per la cura personale attualmente venduti in Canada, ma i ricercatori affermano che è necessario lavorare ancora per capire da dove provengono i PFAS non segnalati.