LA GIORNATA MAPIC 2020: TRA CRISI E OPPORTUNITA’
Il 5 novembre si è tenuta in forma virtuale la giornata annuale MAPIC 2020 nel clima COVID scosso dal nuovo, restrittivo DPCM.
In un momento comunque critico il comparto cosmetico resta tra i più dinamici e resilienti della nostra economia.
Alla apertura il Presidente Vincenzo Rialdi (Vevy Europe S.p.A.), ha posto il problema della frammentazione della domanda del settore in atto da tempo, situazione che impatta fortemente nella attività del comparto, soprattutto nei confronti dei terzisti, in termini di programmazione con tutti i problemi che questo comporta. Questa preoccupazione, nata intorno al tavolo AISPEC, è stata quindi condivisa con Cosmetica Italia, CONFINDUSTRIA e il Centro Studi di Federchimica.
E’ un fenomeno in atto che coinvolge tutto il manifatturiero non solo italiano e che richiede di essere affrontato urgentemente attraverso azioni sistematiche e congiunte nella consapevolezza che il problema non è risolvibile solo a livello di pianificazione.
La giornata ha vissuto tre momenti dedicati allo scenario di settore, ad aggiornamenti regolatori e alla presentazione del nuovo logo EFfCI. Nella prima presentazione “Le sfide dello scenario economico e i rapporti della filiera” del Centro Studi di Federchimica, sono stati considerati i fattori di incertezza che già caratterizzavano lo scenario prima della pandemia e che la crisi sanitaria tende ad acuire. La globalizzazione e le precedenti crisi hanno alimentato le diseguaglianze, soprattutto nei Paesi avanzati, con sacche di povertà e crescenti tensioni sociali.
Una crescente competizione tecnologica e l’aumento delle spinte protezionistiche, in un mondo che rimane profondamente interconnesso, come dimostrano il fenomeno COVID e i problemi portati dal cambiamento climatico, rappresentano forti elementi di destabilizzazione. Tutto questo mette sempre più sotto pressione i sistemi economici rendendo sempre più rilevante il concetto di resilienza inteso come la capacità di riorganizzarsi e assorbire gli shock senza compromettere i propri driver di sviluppo.
Stiamo assistendo ad una situazione generalizzata di volatilità, vedi il costo delle materie prime, che è specchio della situazione di incertezza che stiamo vivendo.
Una incertezza in cui la situazione occupazionale, in Italia sono stati messi in atto forti ammortizzatori sociali che hanno comunque una scadenza, rischia di creare diseguaglianze sociali. In attesa di un vaccino che porti nel 2021 ad una maggiore tranquillità e ad un recupero, si alimenta nel frattempo un clima di sfiducia e paura del futuro che deprime i consumi e alimenta la spinta al risparmio. Se ne avvantaggiano la multicanalità e l’e-commerce. Ma una conseguenza di questa situazione è una grande frammentazione di domanda e consumi che inevitabilmente si riflette sulle filiere produttive.
In tutto questo l’industria manufatturiera italiana ha rilevanti punti di forza: seconda in Europa, quinta a livello di surplus a livello mondiale con sempre più forti investimenti nella ricerca, una maggiore solidità finanziaria che nasce dallo scotto pagato nell’ultima grave crisi finanziaria, un tessuto nazionale più solido, ha una tenuta migliore che nel passato. Tuttavia non mancano fattori di debolezza come la gestione delle scorte, i tempi di pagamento. Le aree di opportunità non mancano e vanno viste nei macro-trend legati a salute ed igiene, la transizione verso una nuova politica ambientale, la digitalizzazione in un frame di prossimità, catene di fornitura più corte, servizi di vicinanze alle persone.
Sicuramente il green deal legato al recovery fund è una opportunità che porterà però ad una maggiore influenza e attività di controllo da parte dell’ Europa. Ci sarà una nuova era nell’industria chimica con innovazioni radicali che comporteranno grossi investimenti, l’utilizzo di piattaforme condivise, la progressiva avanzata nell’intelligenza artificiale. In tutto questo diventa strategica ed ineludibile una più stretta cooperazione di filiera in quanto un anello debole può rappresentare un forte elemento di rischio per tutta la catena.
Vincenzo Rialdi (La frammentazione della domanda lungo la filiera cosmetica: analisi delle cause), analizza il fenomeno della frammentazione della domanda. Facendo riferimento al panel congiunturale di Federchimica quindi con tutto il mondo della chimica, Rialdi sottolinea come già prima della pandemia fossero in atto tensioni che l’emergenza ha esasperato che si traducono in una situazione di ordini altalenanti e frammentari con difficoltà di programmazione, di logistica, attività correlate con il conseguente aggravio di costi.
In questo quadro la filiera della cosmetica ha tenuto.
Si sta verificando una richiesta di ingredienti naturali con alcune difficoltà legate non solo al loro reperimento ma anche da un eccesso di bollini e relativi standard volontari di certificazione che ricadono sulle etichette alimentando confusione nel consumatore. Crescono innovazione e ricerca dettate dalla necessaria riformulazione dei prodotti e imposta dai disciplinari volontari e da un incessante aggiornamento regolatorio di settore.
Altro elemento di confusione è portato dal “free from”, dalla ricerca di approfondimento on-line. Non ultima è in atto una diffusa CHEMOFOBIA che fa dire, senza alcuna cognizione di causa, come il naturale sia meglio e che è bello vivere senza chimica.
E’ quindi necessaria una politica di promozione di comunicazione e cultura chimica con valore scientifico e la partecipazione a programmi di education.
Sono in corso azioni con Federchimica in questo senso.
Un altro problema è portato dalla intelligenza artificiale.
(ndr): “problema” non tanto per questo ambiente tecnologico in sé, oggi elemento insostituibile della nostra vita e aperto a prospettive future sempre più importanti, quanto per un suo possibile cattivo uso che può portare, e un po’ tutti ne facciamo purtroppo esperienza, a problemi e informazioni distorte.
Per questo è nata in UE una commissione per capire come migliorare la protezione dei consumatori e i processi di informazione.
Rialdi lancia quattro messaggi:
INELUTTABILITA’ E RAPIDITA’ DEL CAMBIAMENTO: Il mondo sta cambiando più velocemente della capacità di adeguamento strutturale delle imprese e delle persone e dei loro rapporto.
Non tutti hanno capito che è in corso un cambiamento, che è molto rapido e che ci si deve adeguare ancora prima che l’evoluzione sia compiuta.
IL WEB: il “fenomeno” web condiziona sempre più la vita e le scelte. Ci si rivolge al web in cerca di risposte ma le fonti sono spesso inattendibili.
Le scelte diventano dettate dalle emotività e sono quindi incoerenti.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE: i programmi di istruzione e formazione devono essere adeguati e dovrebbero anticipare il cambiamento. Questo richiede aggiornamento dei programmi di studio, formazione e richiamo di formazione dei docenti (cosa che Federchimica sta portando avanti con i docenti chimici). Il web non può sostituire queste dinamiche.
EVOLUZIONE DEL REGOLATORIO: la filiera cosmetica subisce un eccesso di normazione che in alcuni casi diventa vessatorio. Gli operatori vivono in uno stato permanente di difficoltà fronteggiando continue evoluzioni che impongono adeguamenti alle formulazioni, preferendo pianificazioni a breve/medio termine per evitare scorte di prodotti che rischiano di diventare invendibili.
Il presidente MAPIC conclude il suo intervento richiamando la situazione Covid. Elemento distruttivo, involontario che sta fornendo evidenze sulla (in)stabilità dei sistemi è al tempo stesso un acceleratore del cambiamento che era già in corso prima della pandemia e che con il virus ha amentato la sua velocità. Un cambiamento irreversibile che deve essere affrontato con prontezza e agilità e che richiede analisi, sintesi, ripartenza alla nuova velocità.
Gian Andrea Positano, di Cosmetica Italia, (Le nuove dinamiche della cosmetica dal lockdown ad oggi) completa il quadro di scenario con un richiamo al peso che il comparto cosmetico ha nel Paese sia riferito al sistema economico nazionale interno che internazionale, un peso molto importante che ha permesso a Cosmetica Italia, in occasione dell’ultimo DPCM, di ottenere l’apertura degli acconciatori, categoria importante sia per le implicazioni di carattere occupazionale ed economico per il cosmetico che per la sua valenza sociale. Certamente durante l’anno c’è stata una forte contrazione in termini di consumo, occupazione ed export. Le problematiche di acquisto hanno senz’altro confermato il forte sviluppo dell’ e-commerce e al tempo stesso segnato un risultato storico nel superamento come canale di vendita per il cosmetico della Farmacia verso la profumeria, già in calo da tempo, ulteriormente penalizzata dalla difficoltà di movimento da parte delle persone.
Al tempo stesso questa situazione critica ha però dato una forte accelerazione a fenomeni di cambiamento che fine a ieri erano solo in embrione. A fine gennaio 2020 un complesso studio Euromonitor ipotizzava per i prossimi cinque anni, una evoluzione in fatto di atteggiamento dei consumatori, impatto di vendite, nuovi modelli di distribuzione, sviluppo di e-commerce, coinvolgimenti digitali che si è realizzata in cinque mesi.
La seconda parte della mattinata è stata dedicata ad un aggiornamento regolatorio con i contributi di Silvia Sala (Variati S.p.A.) Linea guida MAPIC/COSMETICA ITALIA sulle materie prime: come applicarla, Stephen Beszant (Indena Sp.a.) ISO 16128: Highlights del documento interpretativo, da Federchimica Notizie Flash dal settore cosmetico: aggiornamenti e novità in materia di sicurezza dei prodotti.
IL NUOVO LOGO EFfCi
Al termine della giornata Vincenzo Rialdi ha presentato il nuovo logo di EFfCI. Come sempre un cambio di logo non è mai solo estetico ma nasce da una riflessione sulla realtà che identifica e il consenso alla nuova immagine arriva sempre dopo un lungo e faticoso iter di condivisione. Non c’è dubbio che questo segno sia non solo una conferma del dinamismo della Associazione e del ruolo che gioca a favore del comparto cosmetico internazionale, ma, in questo momento tanto critico, vuole essere segno e stimolo di ripresa e rinascita.