L’importanza dell’asse intestino-cervello nel mantenimento dell’omeostasi è stata a lungo apprezzata.
Tuttavia, gli ultimi 15 anni hanno visto l’emergere del microbiota (i trilioni di microrganismi all’interno e sul nostro corpo) come uno dei regolatori chiave della funzione intestinale-cervello e ha portato all’apprezzamento dell’importanza di un asse microbiota-cervello distinto.
Questo asse sta guadagnando sempre più trazione nei campi che indagano la base biologica e fisiologica dei disturbi psichiatrici, del neurosviluppo, legati all’età e neurodegenerativi.
Il microbiota e il cervello comunicano tra loro attraverso varie vie tra cui il sistema immunitario, il metabolismo del triptofano, il nervo vago e il sistema nervoso enterico, coinvolgendo metaboliti microbici come acidi grassi a catena corta, aminoacidi a catena ramificata e peptidoglicani.
Molti fattori possono influenzare la composizione del microbiota nei primi anni di vita, tra cui l’infezione, la modalità del parto, l’uso di farmaci antibiotici, la natura della fornitura nutrizionale, fattori di stress ambientale e la genetica dell’ospite.
All’altro estremo della vita, la diversità microbica diminuisce con l’invecchiamento.
Lo stress, in particolare, può avere un impatto significativo sull’asse microbiota-intestino-cervello in tutte le fasi della vita.
Molto lavoro recente ha implicato il microbiota intestinale in molte condizioni tra cui l’autismo, l’ansia, l’obesità, la schizofrenia, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer.
I modelli animali sono stati utilissimi nel collegare la regolazione di processi neurali fondamentali, come la neurogenesi e la mielinizzazione, all’attivazione del microbioma della microglia.
Inoltre, gli studi umani traslazionali sono in corso e miglioreranno notevolmente il campo. Gli studi futuri si concentreranno sulla comprensione dei meccanismi alla base dell’asse microbiota-intestino-cervello e tenteranno di chiarire l’intervento basato sul microbioma e le strategie terapeutiche per i disturbi neuropsichiatrici.
IN questo studio si ha una visione completa delle conoscenze attuali dell’influenza che il microbiota ha sul cervello e sul comportamento. In particolare, si concentra sui percorsi coinvolti e i modelli utilizzati nel campo. Inoltre, viene evidenziato ciò che rimane ancora da capire per realizzare pienamente il potenziale per lo sviluppo di strategie terapeutiche basate sul microbiota per i disturbi del cervello.
https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/physrev.00018.2018