Se ignoriamo i problemi e le esigenze delle popolazioni rurali nei paesi più poveri del mondo, i nostri tentativi di creare sistemi alimentari più equi e sostenibili sono destinati a fallire, ha detto il presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) alla vigilia del pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari .
“Le popolazioni rurali sono state a lungo relegate ai margini delle catene alimentari di valore. A fronte del duro lavoro con cui producono gran parte del nostro cibo, troppo spesso ricevono compensi irrisori e sono lasciati vulnerabili di fronte alle crisi“, ha detto Gilbert F. Houngbo, presidente dell’IFAD, l’agenzia leader delle Nazioni Unite nella lotta alla povertà rurale e alla fame.
“In questo momento è imperativo correggere l’iniquità dei nostri sistemi alimentari. Senza un’azione decisiva che generi cambiamenti concreti per gli agricoltori, la fame e la povertà non faranno che aumentare, generando più instabilità e migrazioni“, ha aggiunto.
I piccoli agricoltori producono circa un terzo del cibo mondiale e forniscono fino all’80% del cibo in alcune regioni dell’Africa e dell’Asia. Anche se giocano un ruolo essenziale nel funzionamento dei sistemi alimentari, essi stessi spesso soffrono la fame. Secondo un rapporto rilasciato congiuntamente la scorsa settimana da cinque agenzie delle Nazioni Unite, tra cui l’IFAD, questa situazione è stata esacerbata nel 2020 dai cambiamenti climatici, dai conflitti e dall’impatto della pandemia COVID-19, con un conseguente drammatico aumento del numero di persone affamate nel mondo. Attualmente, una persona su dieci.
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