Una risorsa per gli obiettivi del Green Deal
«I giovani agricoltori – ha affermato Lorenzo Tosi, giornalista Edagricole – dimostrano di costituire la risorsa più efficace per realizzare l’obiettivo di un’agricoltura più smart & green in linea con gli obiettivi tracciati dall’Unione europea con il Green New Deal, le strategie “Biodiversity 2030” e “From Farm to Fork” e con il “Next Generation Eu” (in Italia più noto come “Recovery Plan”)».
«Dall’indagine emerge infatti come siano le nuove leve a diffondere il paradigma dell’agricoltura 4.0. E allo stesso tempo è la digital farming a innescare il necessario ricambio generazionale del comparto primario. Una doppia evoluzione favorita dalla predisposizione all’innovazione dei nativi digitali, dalla migliore connettività e dalla disponibilità di nuovi dispositivi smart, efficaci ed intuitivi».
L’emergenza sanitaria acutizza il problema del ricambio generazionale
«L’imprenditoria under 40 – è emerso dall’analisi di Ersilia Di Tullio, Senior project manager di Nomisma – svolge un ruolo chiave nell’evoluzione delle imprese agricole “avanzate”. Il ricambio generazionale è però uno dei problemi preminenti del comparto primario nazionale. Un male che si è acutizzato nell’anno dell’emergenza sanitaria da Covid19 (nel 2020 sono calate del 5,4% le aziende condotte da giovani under 35 secondo i dati MovImprese)».
Accelerare sull’innovazione
«Ci rispecchiamo – ha commentato Marc Aupetitgendre, Country Division Head Italy e Greece di Bayer CropScience – nella visione di agricoltura che emerge dall’indagine dell’Osservatorio Giovani Agricoltori. Le aspettative di innovazione dei giovani sono altissime sia sul fronte della digital farming che sulla diffusione delle nuove tecnologie genetiche. Ci auguriamo che l’Unione europea, che si appresta a rivedere l’inquadramento normativo delle Tea, tenga conto di queste forti aspettative».
Accelerare sull’innovazione è nel DNA di Bayer: «vogliamo dare – ha continuato Aupetitgendre -il nostro fattivo contributo ad un’agricoltura che possa produrre di più e con maggiore qualità, ma con risorse limitate, nell’ottica dell’obiettivo di un’agricoltura più resiliente e sostenibile».
Le realtà premiate
Tra i numerosi giovani imprenditori che hanno dato il loro contributo al sondaggio sono emerse, da una prima selezione operata dalla giuria tecnica 12 esperienze imprenditoriali.
Tra queste sono emerse tre menzioni speciali e la realtà vincitrice del premio 2020 “L’Agricoltura è Giovane”. Si tratta di una coppia: i fratelli Emanuele e Michele Ciucci, conduttori dell’azienda agricola “La Valle di San Biagio” di Cacciano di Todi (PG).
Menzioni speciali sono state attribuite anche a Gaetano Rago, della storica azienda famigliare della Piana del Sele (Sa); Sofia Michieli dell’omonima azienda di Crespino (Ro); Andrea Fantini, nuovo insediamento in provincia di Ravenna.
Le relazioni e la tavola rotonda
La videoconferenza si è aperta con le relazioni di: Francesca Cionco (Administrator presso il Segretariato della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo); Michele Morgante, (Professore ordinario di Genetica presso l’Università di Udine), Roberto Confalonieri, (Professore di Agronomia presso l’Università degli Studi di Milano); Ersilia Di Tullio, (Senior project manager di Nomisma).
I dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio Giovani agricoltori stati oggi commentati durante la tavola rotonda che ha visto la partecipazione di: Marc Aupetitgendre (Country Division Head Italy e Greece di Bayer Crop Science); Veronica Barbati (leader dei Giovani Agricoltori aderenti a Coldiretti); Stefano Francia (Presidente Giovani Agricoltori associati a CIA); Francesco Mastrandrea (Presidente ANGA – Giovani Imprenditori Agricoli associati a Confagricoltura); Mario Enrico Pe’ (Presidente SIGA, Società Italiana di Genetica Agraria); Gilberto Santucci (Giornalista Edagricole e responsabile dell’azienda agricola dell’Istituto Agrario “Ciuffelli” di Todi (PG).
Alcuni dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio Giovani Agricoltori
Formazione e informazione. I giovani imprenditori agricoli si informano su Internet (43%) ma consultano anche le riviste specializzate (29%) e frequentano gli eventi di settore (26%). Quasi la metà di loro (il 45%) adotta soluzioni di agricoltura 4.0 e il 19% ne utilizza più di una. Scelgono le app per gestire la contabilità (23%) le attrezzature a rateo variabile (14%) le centraline meteo e i DSS (14%).
Obiettivi professionali. Con l’innovazione vogliono raggiungere obiettivi di sostenibilità (36%) efficienza gestionale (18%), contenimento dei costi (17%) e valorizzazione della produzione (12%).
La posizione sulle nuove biotecnologie. Dall’indagine sull’innovazione dell’Osservatorio Giovani agricoltori emerge che il 69% di loro è pronta a usare le Tea (Tecnologie di evoluzione assistita, anche chiamate Nbt, New breeding technologies, ovvero cisgenesi e genome editing) se fossero ammesse in Italia. Lo farebbero prevalentemente con l’obiettivo di migliorare la resistenza a malattie e parassiti (57%) e secondariamente per migliorare la produttività (14%).
Le aspettative sulla digital farming. Il rapporto tra i giovani agricoltori e la frontiera dell’innovazione 4.0 è molto stretto. Il 45% utilizza almeno un’applicazione. Nella maggioranza dei casi (23%) si tratta di app per la gestione contabile o della produzione/trasformazione. Il 14% ricorre ad attrezzature a rateo variabile e trattrici Gps; il 14% a Dss e centraline meteo aziendali.
COSA SONO LE TEA. Le Tecnologie di evoluzione assistite (Tea) costituiscono la frontiera più evoluta del miglioramento genetico delle specie coltivate. Sono chiamate anche Nbt (New breeding techniques) o Pbi (Plant breeding innovations).
Con questa dicitura ci si riferisce essenzialmente a due tecnologie: il Genome editing tramite Crispr/Cas e la cisgenesi. Entrambe consentono modificazioni mirate analoghe a quelle ottenibili da incrocio, ma con maggiore velocità e precisione. L’Unione Europea le ha inserite nella strategia “From Farm to Fork” come uno degli strumenti decisivi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030 e si è impegnata a rivedere, nel corso del 2021, l’interpretazione della Dir. 18/2001 sui Novel food che le equipara dal punto di vista legale agli Ogm, bloccandone di fatto la coltivazione nel Vecchio continente. Tali restrizioni valgono solo per l’agricoltura mentre in medicina la terapia Crispr è già realtà e anche i più promettenti vaccini per la profilassi anti covd19 sono ottenuti con questa tecnica.