Sebbene l’esposizione al sole sia indispensabile per la salute umana, la tossicità indotta da un eccesso di radiazioni UVB e UVA, che comporta scottature, invecchiamento cutaneo e persino tumorigenesi, è ampiamente nota. La protezione solare è il modo più efficace per proteggere la pelle dai danni fototossici dei raggi UV. Tuttavia, l’efficacia e la sicurezza della maggior parte dei componenti artificiali delle protezioni solari sono compromesse dalla loro fotostabilità, tossicità e danno agli ecosistemi marini.
La selezione naturale e l’evoluzione hanno fatto sì che piante e animali abbiano sviluppato efficaci meccanismi di protezione contro gli effetti collaterali deleteri dello stress ossidativo e delle radiazioni ultraviolette. Infatti, alcuni prodotti naturali o estratti vegetali con anelli aromatici nella loro struttura, come i flavonoidi o i polifenoli, sono in grado di assorbire i raggi UV, agendo come un filtro UV naturale, mostrando anche attività antiossidante e/o antinfiammatoria. Questo potrebbe spiegare perché, sebbene non esistano filtri solari naturali commerciali ufficialmente approvati, sono sempre più numerosi i prodotti solari commerciali contenenti estratti vegetali disponibili sul mercato.
La revisione pubblicata su Biomedicine & Pharmacotherapy, a cura del gruppo cinese di Ding, presenta il profilo generale degli estratti o componenti botanici con attività anti-UV identificati negli ultimi 6 anni, compresa la classificazione dei componenti, i loro principali effetti biologici e i meccanismi di attività anti-UV coinvolti.
In particolare, la revisione ha identificato gli estratti vegetali che hanno proprietà fotoprotettive e le specie che contengono i principali costituenti ed effetti biologici. I flavonoidi e i polifenoli sono i componenti più studiati con proprietà fotoprotettive, mentre sono stati segnalati solo pochi polisaccaridi con effetto anti-UV. Anche altri composti, come la lignina e gli acidi fenilpropionici, hanno mostrato significative capacità di protezione dai raggi UV. I ricercatori hanno fornito un elenco dei modelli di valutazione anti-UV più utilizzati in vitro e in vivo e hanno riportato i potenziali meccanismi alla base della capacità di filtro solare delle piante. L’assorbimento dei raggi UVA e UVB, l’attività antiossidante, la diminuzione delle specie reattive dell’ossigeno, l’espressione delle metalloproteinasi della matrice e delle vie di segnalazione MAPK sono i principali meccanismi con cui gli estratti botanici esercitano l’attività fotoprotettiva.
La ricerca suggerisce che i prodotti naturali sono ragionevolmente destinati a rappresentare il futuro nel mondo della cosmesi, e questa tendenza coinvolge necessariamente i filtri UV. L’articolo di Ding fornisce una solida base per valutare lo stato e l’uso potenziale dei filtri UV naturali.
DOI: 10.1002/ame2.12295