Nel corso degli ultimi anni la richiesta di prodotti senza glutine è sensibilmente aumentata. Lo sottolineano anche i risultati dell’ultima indagine dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, secondo la quale nel 2019 il sell-out degli alimenti “gluten free” e di quelli con la spiga barrata è cresciuto, rispettivamente, dell’1,7% e del 2,8% rispetto all’anno precedente. Questa crescita dipende anche dal fatto che sono sempre più i consumatori che, pur in assenza di una diagnosi di celiachia, e senza quindi una reale necessità clinica, scelgono di eliminare il glutine dalla propria dieta, spinti principalmente dalla convinzione che un’alimentazione priva di questa proteina possa avere un effetto positivo sulla propria salute.
Ma quali sono le caratteristiche dei consumatori che decidono di escludere il glutine dalla propria dieta? Per rispondere a questa domanda gli autori di questo studio, condotto su un ampio campione rappresentativo della popolazione estratto dal database UK Biobank, hanno indagato le caratteristiche genetiche, lo stile di vita e lo stato di salute di circa 125.000 uomini e donne inglesi non celiaci di età compresa tra 40 e 69 anni, l’1,4% dei quali ha dichiarato di seguire una dieta senza glutine.
Dall’analisi dei dati è emerso che i soggetti più inclini ad un regime alimentare gluten free (senza una diagnosi pertinente di malattia, e specificamente di celiachia) erano principalmente donne, che abitavano in aree più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico e con un livello elevato di istruzione. La probabilità di seguire questa dieta era maggiore per chi aveva dichiarato di non essere mai stato bevitore, o di essere ex-bevitore o ex-fumatore, chi aveva perso peso nell’anno precedente e chi aveva apportato importanti cambiamenti alla propria alimentazione negli ultimi 5 anni a causa di una malattia.
Per quanto riguarda le caratteristiche relative alla salute, la presenza di fattori di rischio cardiovascolare, come l’ipertensione o l’uso di farmaci ipocolesterolemizzanti, era associata negativamente con la scelta di adottare una dieta priva di glutine, mentre l’associazione risultava positiva con la presenza di malattie del sistema immunitario o dell’apparato digerente diverse dalla celiachia. In generale, coloro che segnalavano una condizione di salute non ottimale avevano più probabilità di orientarsi verso una dieta gluten free, rispetto a chi percepiva la propria salute come eccellente.
Dall’indagine genetica (GWAS) condotta sul DNA dei soggetti non è emersa alcuna associazione significativa tra le varianti genetiche e la tendenza a seguire una dieta priva di glutine.
I risultati di questo studio suggeriscono quindi che l’eliminazione del glutine dalla dieta, in soggetti non celiaci, rientri in un contesto più ampio di scelte collegate alla salute, come quelle di ridurre il proprio peso corporeo, di non consumare alcol o di smettere di fumare, e riguardi principalmente il sesso femminile. Rimane da definire quanto questa scelta, in soggetti non affetti da celiachia, comporti significativi vantaggi rispetto ad una dieta contenente glutine.