Martedì 13 dicembre 2022 si è svolto l’annuale appuntamento dedicato alle novità ed aggiornamenti della normativa cosmetica curato dalla SICC (Società Italiana di Chimica e di Scienze Cosmetologiche).
Teknoscienze (Tks Publisher), invitata all’evento, ne dà resoconto.
Dopo il saluto del Presidente, dr. Emanuele Piras, i lavori iniziano con l’intervento del Dr. Giulio Pirotta, Responsabile Comitato Affari Regolatori di SICC, che apre la sua presentazione con la citazione (quanto mai attinente) di una frase di Thomas Jefferson, redattore della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America:
“We need a revolution every 20 years just to keep government honest”.
E in effetti è proprio una rivoluzione quella che si profila all’orizzonte per prossimi anni in tutti i settori industriali, incluso quello cosmetico, per stare al passo con l’attuazione del Green Deal Europeo prevista entro il 2050.
Dal sito del consiglio dell’Unione Europea: “Il Green Deal europeo è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE sulla strada di una transizione verde, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, sostenendo la trasformazione dell’UE in una società equa e prospera con un’economia moderna e competitiva” (1).
I principi della sostenibilità, della circolarità e della tutela ambientale dovrebbero quindi sostenere la transizione garantendo ai consumatori e agli acquirenti pubblici la possibilità di operare scelte informate.
Nella sua esposizione Pirotta ci aiuta ad avere una visione d’insieme del Green Deal, definito da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, come “Europe’s Man on the Moon Moment”. Il processo avviato è molto articolato e andrà ad influire in profondità su molti settori, compreso quello cosmetico. E gli obiettivi da raggiungere non sono poi così lontani; con la sua adozione, infatti, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra nell’UE di almeno il 55% entro il 2030. Questo implica che le regolamentazioni, i processi e le classificazioni finora consolidati a livello cosmetico, come il CMR e il CLP andranno rivisti ed aggiornati.
All’interno del Green Deal, l’UE ha messo a punto una Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili (Chemicals Strategy for Sustainability – CSS) che pone l’obbligo di valutare e modificare tutti i passaggi della filiera industriale in base alla sostenibilità, a partire dalle materie prime (green chemistry), passando dagli impianti di produzione (green engeneering), che si impegnano a diminuire gli prechi e utilizzare energia pulita, dal packaging sostenibile, fino al riciclo e allo smaltimento con la produzione del minore scarto possibile.
Ma come si interseca il Green Deal con la cosmetica?
Questa è la domanda a cui cerca di rispondere il Prof. Roberto Gorni, dell’Area Tecnico Normativa Cosmetica.
La Chemicals Strategy for Sustainability – CSS è il progetto della Commissione europea per proteggere meglio la salute pubblica e l’ambiente contro le sostanze chimiche pericolose e incoraggiare l’innovazione per sviluppare alternative sicure e sostenibili nel quadro del Green Deal. Il CSS riconosce il ruolo fondamentale delle sostanze chimiche per il benessere umano e per la transizione «verde» e «digitale» dell’economia e della società europea, ma si impegna a vigilare su quelle più dannose impiegate per usi non essenziali alla società.
Dal sito del Consiglio UE: “Una novità fondamentale della strategia è il passaggio a un approccio improntato alla sicurezza e alla sostenibilità fin dalla progettazione. Gli Stati membri sostengono questo approccio basato sul ciclo di vita che tiene conto della tossicità delle sostanze chimiche in tutte le fasi della loro esistenza, dalla fabbricazione all’uso, al riciclaggio e allo smaltimento. L’obiettivo è evitare, già in fase di progettazione, che nei prodotti siano inserite sostanze chimiche pericolose. Questo approccio mira anche a promuovere l’innovazione e la sostenibilità nel settore delle sostanze chimiche” (
In seguito, la Dott.ssa Michela Gallo, LabAnalysis, si focalizza sulle sostanze probabilmente più controverse del momento e già citate nell’arco della mattinata: gli interferenti endocrini. L’Istituto Superiore di Sanità li definisce: «sostanze chimiche che possono alterare il normale equilibrio ormonale accendendo, spegnendo oppure modificando i segnali inviati dagli ormoni, causando effetti avversi in un organismo, nella sua discendenza o in un sotto gruppo di popolazione». Già dalla definizione si comprende la complessità di questi elementi che possono inoltre avere tossicità a lungo termine, si possono accumulare nel grasso e interagiscono tra di loro; risulta quindi molto difficile identificarli e definirne la tossicità.
La comunità scientifica è concorde nel ritenere che le conoscenze scientifiche nei confronti degli interferenti endocrini sono ancora incomplete. Pertanto, all’interno della strategia comunitaria, sono stati indicati quattro aspetti fondamentali per i quali si raccomanda una serie di interventi adeguati: la necessità di svolgere ulteriori ricerche (con road map di studio), di avere un coordinamento a livello internazionale, di comunicare con il pubblico (sono già a disposizione database online con documentazione tecnica di supporto, linee guida e materiale di studio e approfondimento) e di programmare un’azione politica.
La presentazione della Dott.ssa Gloria Gasser, AGIEFFE International, è stata dedicata agli allergeni nel regolamento cosmetico, un altro campo che si appresta ad affrontare un grande cambiamento. Infatti, nel settembre 2022 l‘UE ha notificato che l’elenco con 26 ingredienti allergizzanti per il contatto con la pelle per il campo cosmetico redatto nel 1999, sarà integrato con altre 61 sostanze. La novità è che saranno inclusi molti oli essenziali, sintetici e naturali, fino ad ora esclusi: di conseguenza diventerà difficile creare una fragranza senza allergeni.
Nel secondo trimestre 2023 dovrebbe entrare in vigore la modifica definitiva, che però subirà molto probabilmente nuovi cambiamenti e precisazioni, inclusi chiarimenti su come gli allergeni dovranno essere indicati sulle etichette.
Come ultimo intervento Giulio Pirotta torna sulla valutazione della sicurezza dei metalli pesanti rilevati in tracce nei cosmetici. Tali tracce sono consentite se presenti in quantità ridotta e involontaria, derivate da impurezze degli ingredienti naturali o sintetici, dal procedimento di fabbricazione, dall’immagazzinamento, dalla migrazione e dall’imballaggio. Anche in questo caso si evince come la normativa non sia chiarissima e necessiti di precisazioni e miglioramenti. Nel frattempo, il produttore dovrà essere sempre più scrupoloso nell’identificare la fonte della possibile contaminazione, utilizzare le migliori tecnologie per avere il contenuto più basso possibile di metalli pesanti ed effettuare un ottimo controllo qualità con analisi periodica.
Il direttore generale di SICC, Dr. Elio Mignini, conclude i lavori della giornata parlando della «funzione sociale» del cosmetico.