Alcuni ricercatori dell’Università di Stoccolma e dell’Università di Linköping hanno recentemente analizzato la differenza tra i trattamenti cutanei topici a supporto del microbioma della pelle e i trattamenti cutanei convenzionali in relazione ai parametri biofisici della pelle. I risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Cosmetic Science.
Sulla pelle umana vivono trilioni di batteri, di circa 1000 specie diverse, considerati essenziali per l’equilibrio e la funzione di barriera della pelle stessa. Il microbioma intestinale è stato oggetto di numerose ricerche e le prove dimostrano che la flora intestinale è influenzata dai conservanti e dagli alimenti trasformati. Nella cura della pelle convenzionale si utilizzano conservanti e questo solleva la questione di come questi influiscano sulla flora cutanea e sul suo equilibrio. Uno studio randomizzato in doppio cieco è stato condotto su 14 volontari sani di età compresa tra i 23 e i 45 anni, ai quali è stato consigliato di utilizzare quotidianamente per tre settimane prodotti a sostegno del microbioma (MS) su una guancia e prodotti di riferimento convenzionali (BM) sull’altra guancia. Per studiare gli effetti sulla pelle, il microbioma cutaneo è stato analizzato con il sequenziamento dell’RNA ribosomiale 16S e i parametri biofisici sono stati valutati con una telecamera 3D Antera. Le misurazioni sono state effettuate prima e dopo le tre settimane di utilizzo dei prodotti. L’uso dei prodotti MS per 3 settimane ha aumentato significativamente il numero totale di RNA corrispondente a specie batteriche uniche (p < 0,05) e il numero di specie uniche diverse tra loro (p < 0,05). Inoltre, l’uso di prodotti MS ha ridotto significativamente il rossore (p < 0,05) e migliorato la texture della pelle (p < 0,01). L’uso di prodotti BM non ha mostrato differenze significative in nessuno dei parametri rispetto all’assenza di trattamento, eccetto il miglioramento della texture cutanea (p < 0,05). Inoltre, la guancia trattata con MS ha mostrato una varietà di batteri significativamente migliore (p < 0,05) rispetto al lato BM. I quattro principali phyla riscontrati sono stati, analogamente a quanto rilevato in precedenza da altri, Actinobacteria, Firmicutes, Proteobacteria e Bacteroidetes. Alcune delle specie più diffuse erano Cutibacterium acnes, Staphylococcus epidermidis e Pseudonomas aeruginosa.
I risultati di questo studio hanno quindi dimostrato miglioramenti significativi nel microbioma e nei parametri biofisici entro 3 settimane dall’utilizzo del solo MS-skincare, mentre il BM-skincare ha migliorato significativamente solo la rugosità della pelle. Sebbene il trattamento MS abbia apportato miglioramenti significativi in diversi parametri rispetto all’assenza di trattamento, questi non sono ancora statisticamente significativi se confrontati con l’uso del trattamento BM. È importante notare che questo è il primo studio che indaga su come i conservanti influenzino il microbioma facciale in vivo e ha sollevato la necessità di ulteriori indagini. Questi risultati, insieme a ulteriori studi, possono portare a innovazioni nell’industria cosmetica che promuovano una pelle più sana.
DOI: 10.1111/ics.12826